INFO@NEWITALIANBLOOD.COM©2000-12
PASSWORD REQUEST ---- LOG IN YOUR HOME
 
 
nib.com architecture texts - Critic
 
salvo di silvestro x-tern  s.disilvestro@x-tern.it
architetto  11.01.03
L'ALCHIMIA DI ARISTIDES UREÑA RAMOS
L’ALCHIMIA DI ARISTIDES UREÑA RAMOS

Provocatore raffinato, abile e instancabile manipolatore di atmosfere, significati e miti, da una ventina di anni Aristides Ureña Ramos inventa e affronta cicli a tema con l’attenta e abituale maestria alchimistica e l’intelligente ironia che da sempre lo contraddistinguono. Da Ballet del Cabron, arguta riflessione sul Potere, passando per Barrococonuance, dove un divertente gioco di parole lo spinge verso l’esplorazione di un mondo frutto di due culture, ed ancora per RADIOS, Classici, ritorno critico-purificatore verso temi tipicamente classici dopo l’ubriacatura delle infinite permutazioni di segni di Barrococonuance, fino ad arrivare al più recente ciclo Octubre en Cayenna, Aristides mantiene fede alle intenzioni programmatiche della sua arte ed affina continuamente il suo metodo.
Ureña usa sapientemente il suo potente device concettuale, quello che possiamo chiamare per comodità “Metodo Chiquita”, per accostare situazioni, spesso diversissime fra loro, che concorrono alla costruzione di un unico significato finale. In altre parole, Aristides svuota strumentalmente il contenuto dell’esistente per attribuirgli un nuovo valore. Afferma lo stesso artista: “Quello che faccio è una cosciente trasposizione nel mio lavoro di un’operazione di cui siamo costantemente testimoni. Penso ad esempio a cosa diventa un cappellino se ci attacchi sopra il baffo Nike o se su un ombrello ci stampi sopra il marchio Coca Cola. In questo senso RADIOS è forse il manifesto più chiaro e immediato del mio lavoro”.
L’osservazione e l’attento studio di certi meccanismi commerciali non porta però Ureña a contrapporsi a questa realtà. Non si può sicuramente parlare di nichilismo intellettuale ma piuttosto di un atteggiamento disincantato e per certi versi disilluso verso il mondo capitalista, di una sua accettazione, forse, ma con riserva e la mediazione della micidiale arma dell’ironia. “Essere perlomeno cosciente dei meccanismi della nostra realtà. È questa probabilmente la vera condizione necessaria all’uomo contemporaneo”, dice ancora Ureña.


ISORHYTHM

A rhythmic-metric ostinato is called isorhythm. It is a main characteristic of non european music: a percussion instrument incessantly repeats a rhythmic unit, above which a melody pursues its independent course.
- Sigmund Levarie and Ernst Levy, Musical Morphology (Kent, Ohio: Kent State University Press, 1983)



Aristides usa la serie. Come un musicista latinoamericano egli ha bisogno di un ritmo costante e ripetitivo su cui dipingere la propria melodia. La produzione seriale è un altro device che Ureña ripesca dalla società in cui vive per rielaborarlo e caricarlo di nuovo significato. La possibilità di infinite permutazioni sulla base di elementi costantemente ripetuti lo aiutano nei suoi esperimenti alchimistici, nell’esplorazione di tutte le potenzialità del tema che si è dato.

CORNICI

cornice s.f. 1. Telaio (talvolta di un certo valore) che inquadra dipinti, fotografie, specchi, spec. allo scopo di metterli in risalto. 2. estens. Qls. elemento che delimiti una superficie, una figura, un’immagine, contribuendo in qualche modo ad accentuarne le caratteristiche, puntualizzandovi l’attenzione: non gli usciva di mente quel volto con la sua c. di capelli neri ||[…]
- G. Devoto, G.C. Oli, Dizionario della Lingua Italiana, Le Monnier, Firenze 1971

Particolare trattamento è riservato alle cornici: Aristides sposta il “confine” delle sue creazioni, cammina sulle “mura” dei suoi quadri, “costruisce” sul loro margine, materializza l’energia che si sprigiona al contatto dei poli dell’arte e della realtà. La superficie che delimita una tela di Ureña diventa così nuovo territorio di esplorazione, filtro tra realtà dell’opera artistica e realtà “reale”. I limiti dimensionali del “recinto” che la cornice rappresenta vengono aggrediti e distrutti e nuovi spazi per l’arte vengono conquistati. Le singole “visioni” di Aristides trovano così porte aperte per entrare in rapporto dialettico tra di loro e per raggiungere con le altre “sorelle” della serie unità visuale e continuità narrativa.

CASA
Questa è la mia casa, la casa dov’è? La casa è dove posso stare in pace.
- Lorenzo Cherubini

L’opera di Aristides è strutturata in periodi e i periodi in serie. L’ultimo periodo artistico di Ureña è dedicato alla Casa, inaugurato con l’omonima serie alla fine del 1996. La casa rappresenta per Aristides il prezioso contenitore di esperienze di vissuto quotidiano, il luogo fisico ma soprattutto mentale che qualsiasi uomo su questa terra possiede. Dice Aristides: “C’è la Casa della Tristezza, c’è la Casa della Disperazione, la Casa dell’Allegria, la Casa del Poeta, la Casa della Fantasia”. La presenza costante della Casa nelle tele realizzate in questo periodo costituisce il richiamo costante verso l’intima essenza del significato di Casa, verso il mondo che essa rappresenta.

OCTUBRE EN CAYENNA

Aristides ha un immenso e inesauribile serbatoio di ispirazione, quel mondo latinoamericano che parecchi anni fa ha lasciato per venire a studiare e successivamente a stabilirsi in Europa. I Caraibi hanno sempre rappresentato la materia prima dell’artista, il punto costante di riferimento, il laboratorio sperimentale e, insieme, il teatro di tutte le “operazioni” aristidiane, senza però mai ridursi a semplice mèta di avventure e rielaborazioni oniriche.
L’ultima serie Octubre en Cayenna rappresenta l’ennesima provocazione di Ureña: come al solito, il titolo stesso del ciclo racchiude già l’intero programma. L’artista si scaglia contro gli stereotipi turistico-pubblicitari che danno dei Caraibi l’immagine di terra prediletta dal sole, afosa e accecante: “Quando si parla dei Tropici e dei Caraibi, tutti aspettiamo di vedere colori accesi, violenti... È un’immagine vera, ma esiste una stagione, quella delle piogge, che stravolge e re-inventa tutto. Ebbene, è lì che mi sono collocato”. Aristides non presenta quindi il Tropico, ma l’antitropico, quel periodo piovoso e di tormente che sospende meravigliosamente un mondo, sconvolgendo in un sofisticatissimo effetto flou la sua natura rendendola magica.
Come un qualunque innamorato è solito serbare della donna amata l’immagine di una qualsiasi mattina in cui egli l’ha sorpresa al suo risveglio spettinata e senza trucco ad offrirgli --l’intima essenza della sua bellezza, così Ureña cerca di fissare sulle sue tele la straordinaria sensualità di un hechizero mañanero lluvioso, rivelandoci, con una serie di opere efficaci come una rapida sequenza di scatti fotografici, un mondo di cui nemmeno sospettavamo l’esistenza.

TRANSFER CAYENNA

Cayenne - capoluogo della Guayana Francese; è situata su un’isoletta alla foce del fiume omonimo nell’oceano Atlantico ed è il centro economicamente più importante del Paese, dotato di un buon porto per l’esportazione dei prodotti agricoli e forestali (cereali, canna da zucchero, caffè, cacao, banane, pepe, e legname pregiato) dell’entroterra e di un aeroporto internazionale (Rochaumbeau). Fondata nel 1643 dai Francesi, ospita quasi la metà dell’intera popolazione della Guayana Francese e conserva l’aspetto di città coloniale. La sua fama è legata al noto penitenziario stabilito nel 1854 nella vicina Isola del Diavolo e soppresso nel 1946. In italiano Caienna.
- da: Grande Enciclopedia de Agostini , Istituto Geografico de Agostini, Novara 1992


The real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes but in having new eyes.
- Marcel Proust

I like a view but I like to sit with my back turned to it.
- Alice B. Toklas, in G. Stein, “The Autobiography of Alice B. Toklas”, 1933


La scelta della Caienna come set del reportage aristidiano non è affatto casuale; rientra, al contrario, nella strategia provocatoria di Ureña. Il termine Cayenna nell’immaginario collettivo è sinonimo di galera, di sofferenze e di negazione di libertà.
Lo stesso termine riporta invece Aristides al mondo della sua infanzia quando, nella natale Santiago de Veraguas, vestito con camicie di cotone di Caienna, associava questo nome alla dolcezza dello zucchero, all’inebriante aroma del caffè, alla forza misteriosa dei profumi del tabacco e del pepe. In quel mondo, Cayenna non rappresentava nulla di negativo, era anzi sinonimo di terra ideale, di Paese delle Meraviglie, di Eden accessibile a tutti.
Il pensiero di tutte le mercanzie di qualità legate alla piccola isola dell’oceano Atlantico riporta l’artista all’immagine dell’arrivo di navi cariche di casse, imballaggi e scatole, tutte “marchiate” con i logotipi delle varie compagnie, tutti oggetti che catturavano la sua attenzione quando, da piccolo, il padre lo portava in giro per il porto di Panama City. Ed è con il suo sigillo che Ureña “marchia” le sue tele, con un’operazione ormai automatica alla fine del suo processo creativo-alchimistico e che rappresenta, oltre che il costante frammento-richiamo alla società della comunicazione pubblicitaria, l’auto-ironico e divertito intento di garantire la qualità delle sue opere.


Salvo Di Silvestro
X-TERN


Cenni biografici su Aristides Ureña Ramos:

Nato a Santiago de Veraguas, Aristides Ureña Ramos Panama, vive e opera a Firenze, dove si è diplomato all’Accademia di Belle Arti e ha seguito dei corsi di Cinematografia e di specializzazione tecnica in Litografia ed Incisione. La sua opera ha da sempre esplorato diverse forme di espressione artistica, mantenendo vive in tutte le sue manifestazioni creatività esplosiva, ironia e sensibilità latina.