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Giovanni Zallocco  erregi@erregigroup.com
ingegnere  02.02.21
LA PROGETTAZIONE CREATIVA TRA REALTA' VIRTUALE E BIM
TERZA PARTE: Alcune idee e proposte

ERREGI, sin dagli anni 90, ha partecipato alla progettazione integrata delle maggiori opere strutturali ed infrastrutturali realizzate in Italia, dalle linee ferroviarie ad Alta Velocità, gli impianti per il deposito e la manutenzione dei rotabili, le metro di Bologna e Roma, le tramvie di Roma, Palermo, Cosenza, Padova, Milano e Bolzano; i lotti stradali nel Lazio, in Abruzzo, in Calabria ed in Sardegna, i Terminal aeroportuali a Pantelleria, Olbia-Costa Smeralda e Roma-Fiumicino.
ERREGI ha operato anche all’estero, dove ha progettato, fra l’altro, ferrovie, metropolitane e tramvie in Venezuela, Bulgaria, Kurdistan ed Arabia Saudita.
In questi anni, è stata acquisita un’esperienza internazionale lavorando in contesti anche molto difficili, come già evidenziato negli scritti precedenti. Soprattutto in Italia, siamo anche riusciti ad esprimere alcune piccole idee, se non proprio innovative, perlomeno originali, poche volte capite o apprezzate, raramente di fatto realizzate.
Comunque, nell’ambito della nostra società, continuo a portare avanti la mia filosofia che fonda sul concetto di base in cui “l’armonia risiede già nella natura, in una sintesi sorprendente di funzionalità ed estetica”, da cui deriva il metodo progettuale che cerchiamo di adottare.
E’ un approccio che si può definire “olistico”, in cui gli aspetti, fisico, mentale e spirituale dei fenomeni vengono considerati un tutt’uno: tutto avviene contestualmente e interagisce in un'unica armonia, in un’unica visione complessiva. Proprio osservando la natura ci accorgiamo che nulla è lasciato al caso, forme, colori, strutture più o meno complesse, hanno tutte una loro funzione ben precisa. La natura non è mai banale, si evolve, si rinnova, sempre alla ricerca delle condizioni migliori, di equilibrio e di minimo dispendio delle proprie risorse. Analogamente, in un progetto, quando si coglie il corretto principio tecnico-strutturale di una struttura o la corretta funzionalità di un’infrastruttura o di un organismo progettato, ne deriva anche, come scontata conseguenza, un valore estetico e formale.
La profonda convinzione in tutto questo costituisce uno stimolo ad esprimere la creatività, anche attraverso la ricerca di nuove soluzioni, in cui diversi fattori concorrono alla compiutezza dell’opera. Mai accontentandosi degli standard, delle consuetudini, dei riferimenti a progetti altrui, se non come stimolo.
Il mio tentativo di approccio è sempre quello, l’oggetto di studio o di progettazione deve essere guardato fuori dagli schemi tradizionali, nella ricerca dell’innovazione, anche intellettuale, attento però a non cadere nel narcisismo, nell’originale fine a se stesso.
Vorrei esprimere alcune esemplificazioni di questi concetti, attingendo alle esperienze ERREGI, molto modeste per la verità, che rappresentano spesso solo dei dettagli all’interno del progetto complessivo, ma forse significative.

La fermata della Metro B di Roma alla Stazione Termini
Questo è un caso, raro, in cui due proposte innovative ed originali, presentate in fase di gara, e apprezzate dalla commissione, concorrendo all’ottimo punteggio tecnico acquisito, furono poi realizzate dall’impresa con cui vincemmo l’appalto.
Nell’oggetto dell’appalto era compresa, fra l’altro, la ristrutturazione e la messa in sicurezza della fermata della Metropolitana di Roma, linea B, realizzata nel 1955. La fermata è costituita da due banchine e due atri laterali, con interessanti volte a crociera, collegati, attraverso più portali ad arco, alle stesse banchine.
Come prescritto dalle norme di sicurezza le banchine dovevano essere isolate dagli atri in caso di incendio, creando dei diaframmi in corrispondenza dei passaggi tra i due ambienti, attraverso la realizzazione di barriere d’aria. Questo presupponeva di dover posizionare una sorta di architrave alla base dell’arco del portale, costituito da un pesante elemento lineare che gettasse verso il basso l’aria, creando una efficace barriera al diffondersi dei fumi e delle fiamme. Doveva anche, evidentemente, essere tamponata la lunetta del semicerchio superiore, snaturando l’arco e impedendo la vista dalle banchine delle volte a crociera verso gli atri.
Pensai allora ad un elemento, concepito con opportuno design, che gettasse l’aria sia verso l’alto che verso il basso. Ci consultammo con gli specialisti sulla fattibilità e l’efficienza (ma anche sul costo) di un elemento simile, chiaramente fuori dalla produzione standard e, avuto il loro conforto, lo proponemmo in gara.
Vincemmo ed il meccanismo fu realizzato proprio come l’avevamo pensato. Ci fu un momento di suspence durante il severo collaudo da parte di USTIF, poiché, data la complessità della geometria complessiva, risultava difficile assicurare l’impermeabilità dell’intera superficie. Il risultato voluto fu ottenuto regolando opportunamente gli ugelli che emettevano l’aria e tutto funzionò a meraviglia. E’ stata così evitata la pesante controsoffittatura e gli ambienti sono risultati più trasparenti fra loro, con una maggiore sensazione di spazialità e la possibilità di traguardare dalle banchine le volte a crociera, ben illuminate, delle navate laterali.



La fermata era anche male illuminata ed in modo non omogeneo. Andava quindi riconcepito il sistema di illuminazione, che ovviamente doveva provenire dall’alto, con i corpi illuminanti anche posti centralmente, in modo continuo e simmetrico rispetto alle banchine. Era quindi necessario porre le fonti di luce, praticamente in corrispondenza della linea elettrica di alimentazione della metro. Il problema non era tanto nell’istallazione, che poteva essere eseguita in un tempo contenuto di interruzione dell’esercizio anche durante le ore notturne. Ma si riscontrava un potenziale problema di manutenzione e di riparazione dei guasti dei corpi illuminanti, che rendeva necessario interrompere l’esercizio e disattivare l’alimentazione durante i lavori di sostituzione dei corpi illuminanti. Questo poteva accadere anche nelle ore di maggior traffico e la cattiva illuminazione della banchina è pericolosissima, in presenza di una folla gremita di viaggiatori. In particolare in quella stazione, così nevralgica per la città, era necessario intervenire immediatamente al manifestarsi del guasto, creando però grandi turbative al traffico e disagi ai viaggiatori.
Grazie alla collaborazione della ditta produttrice, ebbi l’intuizione di una illuminazione indiretta, collocando nella posizione critica elementi a specchio autopulenti e gli apparecchi illuminanti sulle pareti laterali, più in basso, dove potessero agevolmente essere manutenuti.
Il risultato della realizzazione andò oltre le più rosee aspettative, ottenendo un’illuminazione ottimale, omogenea ed intensa, anche suggestiva, di tutta la banchina.



L’illuminazione delle rotatorie stradali
Dovremmo affrontare problemi simili nella gara per il progetto integrato di un lotto della Strada Statale Sassari-Olbia, in cui, per le numerose rotatorie presenti nel progetto originario, si prevedeva un’aiuola centrale e paline di illuminazione, che, posizionate in modo discreto, assicuravano una illuminazione difficilmente resa omogenea e con problemi manutentivi, dovendo operare ad una certa altezza dal terreno. Proponemmo in gara la realizzazione di un semi sferoide centrale, a forma di fiore, sostenuto da un robusto stelo, rivestito sull’estradosso da una superficie fotovoltaica di ultima generazione, per accumulare energia durante il giorno. I petali del fiore presentavano una superficie specchiante verso il basso, con i corpi illuminanti al piede, che assicuravano la diffusione di una luce indiretta, tale da ottenere un’illuminazione omogenea sulla sede stradale. Vincemmo la gara, ma non potemmo vedere realizzata questa proposta. Ne andava necessariamente sperimentata l’efficienza, affinando il progetto con prove su un prototipo, per cui, nella fretta di concludere in tempi stretti l’appalto, si optò per una soluzione tradizionale.



Aeroporto di Olbia Costa-Smeralda
Non fu una vera innovazione la pensilina da noi progettata per il terminal Aviazione Privata dell’Aeroporto di Olbia – Costa Smeralda. La copertura a sbalzo doveva avvicinarsi il più possibile agli aeromobili parcheggiati nei pressi dell’aerostazione, per assicurare ai viaggiatori un confortevole percorso coperto, senza intralci, mantenendo i franchi di sicurezza rispetto alla sagoma degli aerei.
Pensai ad una mensola molto lunga, con una sezione che assicurasse per forma un elevato momento di inerzia. La mensola è l’elemento più semplice nella scienza delle costruzioni, ma anche il più critico dal punto di vista strutturale, perché totalmente isostatico, in cui un cedimento porta alla rottura senza poter contare su risorse strutturali residue. Certamente nulla di innovativo, ma nella sua semplicità ardito. La Direzione Lavori non si fidò: effettivamente era necessario valutare bene l’azione del vento, forse con prove su modello fisico in galleria del vento. Troppo complicato per un elemento secondario del progetto. Per cui il disegno originario fu “sporcato”, inserendo stralli, sia superiori che inferiori, che assicuravano certamente maggiore garanzia di stabilità. Ma la struttura ha perso molto fascino e non sorprende più.



Altre idee
Più nel campo dell’innovazione, molto meno in quello della creatività, va considerato il sistema di costruzione “a secco” da noi concepito, utilizzando, in una sorta di LEGO, blocchi iper leggeri, realizzati con materiale dotato di bassissimo peso specifico, ma caratterizzato da elevata resistenza sia a trazione che a compressione.
Questo materiale fu concepito, su nostro stimolo, da un amico geniale professore dell’Università della Calabria, che realizzò un composito rinforzato con fibre vegetali amalgamate in polimeri. Il risultato delle prove fu sorprendente e ha reso possibile la realizzazione di blocchi molto leggeri, da movimentare agevolmente anche a mano. Blocchi da incastrare fra loro in modo efficiente (tipo LEGO, appunto) per costruire manufatti complessi e molto economici, addirittura edifici con buoni risultati estetici, oltre che dalla ottima affidabilità strutturale.



Inoltre, vorrei citare il progetto del parcheggio del Pincio, elaborato in esecutivo e poi bloccato dalla Giunta Alemanno: a scomparsa sotto la terrazza panoramica, costituito da sette piani, contraddistinti dai nomi dei colli capitolini ed ognuno di colore diverso, per imprimere nella memoria degli utenti dove avessero parcheggiato la propria auto.



Infine la scuola multi cromatica di Riyadh, in Arabia Saudita, dove i bambini accedevano alla sala giochi posta nel piano basso attraverso la rampa costituita da un tubo elicoidale multicolorato, in parte trasparente.
Questo piccolo progetto è stato realizzato e mi ha dato emozione pensare ai piccoli arabi che correvano felici lungo questa spirale verso i loro giochi traguardati dai grandi oblò del tubo.



Non ha trovato ancora nessun concreto estimatore, invece, il progetto della grande hall ricavata sotto piazza Risorgimento, a Roma, con una illuminazione centrale, attraverso una cupola con la forma della Basilica di San Pietro, (tipo museo del Louvre, in contrapposizione alla Piramide di Pey), per accedere ai musei Vaticani, evitando le file interminabili dei turisti lungo le strade. Nella hall sono stati previsti tutti i servizi per turisti, le biglietterie e gli spazi per l’organizzazione dei gruppi guidati. Ai musei si accede attraverso una galleria opportunamente attreezzata con audio visivi che preparano alla visita.



Altre idee abbiamo maturato di recente e stanno prendendo corpo per essere proposte nei concorsi di progettazione cui intendiamo partecipare. Non possiamo ancora svelarle, ma speriamo che finalmente possano risultare vincenti ed essere poi realizzate.


PER APPROFONDIMENTI SULLE ATTIVITA’ ERREGI SI INVITA A VISITARE IL SITO WWW.ERREGIGROUP.COM