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Luigi Centola  info@newitalianblood.com
Architetto  17.03.12
Buco Nero 2 > Ecoballe Eboli
HEALING GARDENS
Per un festival mondiale dei giardini guaritori e delle biotecnologie
Il risarcimento dalle ecoballe per Coda Di Volpe e gli oltre 20 siti campani

Durante l’emergenza rifiuti del 2008 si sacrificarono alcuni siti per parcheggiare centinaia di migliaia di ecoballe. Ironia della sorte, nel comune di Eboli, in zona agricola e a pochi metri della foce del Sele, un depuratore incompiuto era un’area di stoccaggio perfetta. Oggi, a quattro anni dal collasso che ha distrutto l’immagine di Napoli e della Campania nel mondo, le piramidi di ecoballe (4/6 milioni) si trovano ancora lì.
Coda di Volpe, Persano, Battipaglia e Nocera nel salernitano; Taverna del Re, Lo Spesso, Caivano, Giugliano, Terzigno, Acerra e Marigliano nel napoletano; Marcianise, Santa Maria La Fossa, Capua e San Tammaro nel casertano; Pianodardine e Flumeri nell’avellinese, Casalduni e Fragneto Monforte nel beneventano sono batterie di missili puntati sui residui della Campania Felix. Bombe ecologiche letali, delle quali nessuno è in grado di stimare i potenziali danni. Via via che le ecoballe verranno bruciate nel termovalorizzatore di Acerra o inviate all’estero, si penserà a come recuperare e risarcire i territori maltrattati. Se per le opere di compensazione della Tav in val di Susa sono stati già stanziati i primi 20M, quanto e soprattutto in che modo potrebbero investire le istituzioni nella nostra regione?

Veniamo dunque alla proposta.
Nel mondo esistono alcuni importanti festival, dove si realizzano giardini artistici (Chaumont, Metis, Bilbao, Sonoma...), firmati dai più innovativi paesaggisti internazionali, che attraggono migliaia di visitatori paganti. La Campania vanta la felice esperienza della Certosa di Padula con il programma Ortus Artis curato da Achille Bonito Oliva e coordinato da Gennaro Miccio, per la realizzazione di 11 giardini negli antichi orti dei monaci.
Trasferendo la formula del festival dei giardini nel vivo dei territori inquinati o sensibili, oltre al confronto estetico si potrebbe innescare, per la prima volta, una indispensabile e originale ricerca, non più solo sulla bellezza, bensì sulla bonifica e sul monitoraggio dell’ambiente. In questo modo i territori penalizzati, e con essi la Regione, vedrebbero in tempi brevi e a costi limitati il loro riscatto, trasformandosi in poli d’eccellenza per la sperimentazione sulla fitodecontaminazione e le bonifiche secondo i cicli naturali.
In pochi mesi si potranno inaugurare una nuova tipologia di giardini, mai realizzati altrove, scelti attraverso concorsi internazionali, risultato di una rinnovata sensibilità all’ambiente, punta più avanzata delle sperimentazioni sulle problematiche connesse alla bonifica di terra, aria e acqua. Le giurie saranno composte da ricercatori, architetti, paesaggisti, agronomi e botanici, scelti tra i maggiori esperti locali e internazionali. Nel programma complessivo i giardini accompagneranno la riqualificazione dei siti di stoccaggio e poi anche delle discariche e delle aree limitrofe ai termovalorizzatori. Un’operazione non soltanto di grande impatto mediatico, ma soprattutto di riconquista progressiva della fiducia e della sicurezza dei cittadini.
I prodotti del primo “festival mondiale dei giardini guaritori e delle biotecnologie”, organizzato in collaborazione con Legambiente, verranno esportati e venduti in molti luoghi con problemi analoghi ai nostri. I giardini, saranno realizzati in sinergia con università, vivai e laboratori specializzati che creeranno e forniranno, a prezzo di costo, le essenze botaniche utili per le bonifiche. Ogni prototipo non dovrà costare più di 5.000 Euro e sarà realizzabile in 30 giorni. Gli spazi verdi misureranno da 500 a 1000mq e i progettisti saranno liberi di integrare il finanziamento messo a disposizione dalle istituzioni, con fondi provenienti da sponsorizzazioni e donazioni.
I primi dieci giardini si inaugureranno a Coda di Volpe, insieme al depuratore, nella primavera 2013 grazie all’impegno del sindaco Melchionda e al contributo determinante degli Assessori all’ambiente Romano e Bellacosa.

Pubblicato in versione adattata sul Corriere del Mezzogiorno del 16 marzo 2012