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Antonio Rossetti  antoniorossetti@virgilio.it
architect  01.12.07
Lettera a Repubblica

Caro direttore,

sono ricercatore confermato presso la Facoltà di Architettura di Napoli Federico II dal 1980, dopo essere stato borsista ministeriale e contrattista. Non ho mai partecipato a concorsi per associato, pur avendone i titoli, poiché il risultato era già noto a tutti, né mi sono interessato di sapere dove e quando si svolgessero. Ho preferito studiare, scrivere, pubblicare e, soprattutto, dedicarmi alla didattica.

Tutto questo fino all'ultimo concorso bandito nel maggio 2005, concorso per due posti di associato in Progettazione architettonica, bandito dalla mia facoltà. Al solito non ne ero neanche informato. Sono stati i miei colleghi a spingermi a partecipare, considerando sia il mio curriculum, sia la circostanza che ormai i figli, le mogli, i parenti, le ex mogli, le o gli amanti degli ordinari erano stati sistemati, e dunque, finalmente, vi era per me la possibilità di vincere.

La commissione è formata dai professori ordinari Scarano, D'Auria e Borrelli di Napoli e dai professori associati Sajeva di Roma e Arcidiacono di Reggio Calabria. Il concorso inizia a settembre 2006, i candidati sono diciannove, e solo allora leggo che tra questi c'è Maria Rosaria Santangelo, figlia del vicesindaco di Napoli, uno dei più noti notai di Napoli, fondamentalmente ex presidente, ma tuttora interessato al progetto Bagnoli Futura, ossia incarichi progettuali milionari a venire.

Il concorso segue il suo iter: giudizi comparativi sui titoli presentati, giudizi comparativi sulla discussione dei titoli con il candidato, lezione pubblica. Ma le cose non scorrono lisce come dovrebbe essere. Anzitutto la commissione guarda molto superficialmente i titoli, tanto da sbagliare sia la denominazione sia il contenuto di molti elaborati. La lezione pubblica, poi, fino a un certo punto viene tenuta in un'ampia sala con sedie per il pubblico, l'ultimo giorno, invece, quando la lezione dovevamo tenerla, in ordine alfabetico, io, la Santangelo e l'ultimo della lista dei candidati, l'architetto Gabriele Szaniszlò, ci si sposta in una camera senza sedie, la porta è chiusa a chiave, e una addetta del Dipartimento vieta a chiunque di entrare.

Dunque cosa abbiamo detto io, la Santangelo e Szanizlò lo sa soltanto la commissione. Terminato l'iter, la commissione decide che gli idonei vanno scelti tra il sottoscritto, la Santangelo e i concorrenti Maraventano e Szaniszlò. L'assurdo è che tutti e quattro abbiamo il giudizio finale collegiale identico, parola per parola, virgola per virgola. Dunque o dovremmo essere tutti idonei, cosa impossibile, ovvero se i giudizi sono identici in base a quale criterio la commissione potrà scegliere gli idonei? Eppure, ovviamente, li sceglie: la Santangelo e Szaniszlò.

Chiedo allora al rettorato la copia conforme di tutte le sedute del concorso, per conoscere quali titoli superiori ai miei abbiano presentato i vincitori. I miei titoli comprendono: quattro volumi editati, tutti esauriti e uno, anch'esso esaurito, che ha avuto una seconda edizione; ventisei articoli su riviste italiane e straniere, per complessive circa duecento pagine; diciotto saggi sui miei scritti, tra i quali una laurea che tratta delle mie teorie, discussa alla Sorbona di Parigi; ho partecipato a ventuno mostre, conferenze e convegni; ho insegnato ininterrottamente dal 1990 a oggi, come docente supplente; sono stato relatore di circa seicento tesi di laurea; ho partecipato a trenta concorsi di progettazione, ottenendo un secondo posto e cinque segnalazioni.

La "idonea" Santangelo, tecnico laureato, contrattista e poi dottore di ricerca, dal settembre 2004 ha partecipato a sette concorsi per associato, è sempre stata ritenuta "non idonea"; è stata valutata da trentacinque docenti di tutta Italia, ma solo quelli di Napoli ne hanno colto il valore. La sua produzione consiste in 44 pagine scritte in sei libri diversi, in collaborazione; quattro anni di docenza a supplenza, dal 1994 al 1996 e dal 2003 al 2006. Nulla si sa della sua produzione progettuale. Così si seleziona la nuova classe docente che auspica il ministro Mussi.

Da quanto detto tutto l'iter è troppo chiaro. Dimenticavo. Contro di me e la Maraventano hanno votato, naturalmente, i tre napoletani. Ho presentato ricorso al Tar, ma, con i tempi secolari di questo, credo che andrò prima in pensione. Mi scuso della lunghezza della lettera, che forse non ha nulla di originale, essendo soltanto il resoconto di quanto avviene regolarmente.

Antonio Rossetti
La Repubblica, 27 settembre 2007