| L’architettura avviene. Anche in piccole occasioni, come in questo caso: una semplice, un’esigenza puramente funzionale, elevata a qualcosa di speciale e irripetibile. Un progetto che affonda le radici nella storia dell'architettura, rinnovandola in un singolo cerchio di 240 cm di diametro composto da corpi di vetro e di calcestruzzo, materici e trasparenti. Corpi che si bilanciano su una faccia, riverberandosi nelle cromie dell’altra, da un lato liquefacendosi nel riflesso del pavimento in marmo e dall’altro dialogando con gli arredi. Ogni cosa è su misura, sartoriale. La struttura metallica, le vetrate su maschera a disegno, le finiture colorate, il calcestruzzo modanato in opera con gestualità e manualità artigianali. E un oculo durato, che illumina la penombra con grazia giapponese, impreziosendo la cruda matericità del cemento. |
