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Cristina Pannuzzo
artist
04.11.16
Tra Paradiso e Inferno Le coste gemelle della Campania
Le due ampie conche campane affacciate sul mare sono simili per conformazione e problematiche socio-economiche e ambientali. Un fiume (Volturno / Sele) taglia nel mezzo i circa 50 km di costa bassa e sabbiosa con dune, macchia mediterranea e grandi pinete; più all'interno, nella fertile pianura retrostante, ci sono produzioni agricole di qualità come il pomodoro, le bufale e l'oro bianco: la mozzarella.
La necessità di braccia a basso costo per l'agricoltura e la possibilità di trovare un alloggio economico, spesso precario o abusivo, fa di questi due luoghi, simbolo per la rinascita della Campania, laboratori di accoglienza per l'immigrazione, soprattutto africana, creando villaggi globali con molteplici etnie che vivono, da quasi cinquant'anni sulla propria pelle, le problematiche di multiculturalità e integrazione.
Inspiegabilmente il mare, eccezionale risorsa per il turismo, è trascurato. Troppo spesso le fogne e i depuratori non ci sono o non funzionano. La natura soffre, a partire dalle zone umide residue e dalle pinete impiantate nel dopoguerra, mai curate né utilizzate. La duna e la vegetazione mediterranea spontanea sono state in più punti aggredite dalla cementificazione selvaggia per un turismo balneare a basso costo oramai non più redditizio.
Come tra paradiso e inferno, in un’esperienza naturale e antropizzata, spesso nata dal caso, la nuova economia trova in un paesaggio quasi eterno, un disegno urbano possibile per l’architettura strategica del bellissimo e martoriato litorale campano. Le politiche di intervento sistemico nel territorio tra le aree abbandonate o abusivamente occupate, animate da meccanismi di attivazione dei processi di sviluppo, potranno essere da guida agli investimenti per la rigenerazione che dovrà applicare un nuovo modello di governance coinvolgendo insieme e attivamente le amministrazioni, gli imprenditori, le associazioni e i cittadini. Parte di una attività intensa che porta alla riscoperta di questi luoghi è la volontà di riscatto, di mettersi alla prova; tentare un disegno generale e un progetto per il riuso dell'armatura turistica derelitta e abbandonata. Il restauro del paesaggio naturale può essere tra i criteri guida, nonostante l’incuria e l'abbandono dello spazio pubblico. La speculazione edilizia degli anni 60 e 70 si ritrova sotto forma di rovine e ruderi contemporanei, l’incanto di un sito bellissimo dimenticato e abbandonato, acquista l’immediatezza della presenza se si riconosce che il caso studio in oggetto ha carattere di eccezionalità per la Campania e l'Italia.
È necessario ripensare tutto con un valore che duri nel tempo, al quale potremmo anche rinunciare, se non fosse che sviluppare un processo di riutilizzo educativo e sociale si trasforma in un processo di conoscenza della storia che qui trova nuovi momenti di relazione. Ed è solo all’interno di questa idea generale che possono trovare posto vari problemi particolari.
L’intero patrimonio culturale di un territorio si rapporta al progetto come a un racconto che deve permettere ai visitatori di trovare il modo migliore di mettere in relazione i diversi luoghi a partire dalla loro storia naturale e umana.
C’era una volta … è questa l’espressione più appropriata con la quale iniziare un racconto che ci condurrà alla scoperta della storia. Il litorale Domitio e la Costa Sud di Salerno, coste gemelle di un contemporaneo villaggio globale, parlano di una vita trascorsa nel mistero e ogni razza vi aggiunge una stratificazione, immaginando così un dialogo per dar voce ai protagonisti di storie.
Le minime possibilità offerte dall’economia informale tendono a produrre l’illecito e gli spazi appartengono a categorie difficilmente individuabili, mentre un percorso verso la strategia che misura l’impatto delle reti sociali con la creazione di reti professionali promuove scambi di esperienze multiculturali.
Si riveleranno così le località in fermento nei nodi che connettono diversi sistemi di reti e verranno formalizzate prassi che consentono di analizzare, valutare e rendicontare i progressi compiuti in un programma d’azione volto a favorire comunicazione e sensibilizzazione del pubblico in materia di cooperazione e sviluppo.
Il Master Architettura|Ambiente NewItalianBlood lancia la sfida ad amministratori, imprenditori e associazioni per realizzare un Masterplan e progetti turistici coordinati per i 100km di waterfront campani, per creare nuove opportunità economiche e lavorative per le città costiere della Piana del Sele e del Litorale Domizio, un programma sociale e ambientale di rigenerazione dei "Buchi Neri" che occorre costruire dal basso.
La terza edizione Master organizzato dalla Scuola di Architettura Strategica di Salerno continuerà a sviluppare ed elaborare, dal prossimo 8 novembre al 21 aprile 2017, insieme ai 40 giovani progettisti selezionati, una serie di progetti pilota coordinati per costruire lo sviluppo del Distretto Turistico-Culturale Mediterraneo sull’asse Roma-Salerno.
La necessità di braccia a basso costo per l'agricoltura e la possibilità di trovare un alloggio economico, spesso precario o abusivo, fa di questi due luoghi, simbolo per la rinascita della Campania, laboratori di accoglienza per l'immigrazione, soprattutto africana, creando villaggi globali con molteplici etnie che vivono, da quasi cinquant'anni sulla propria pelle, le problematiche di multiculturalità e integrazione.
Inspiegabilmente il mare, eccezionale risorsa per il turismo, è trascurato. Troppo spesso le fogne e i depuratori non ci sono o non funzionano. La natura soffre, a partire dalle zone umide residue e dalle pinete impiantate nel dopoguerra, mai curate né utilizzate. La duna e la vegetazione mediterranea spontanea sono state in più punti aggredite dalla cementificazione selvaggia per un turismo balneare a basso costo oramai non più redditizio.
Come tra paradiso e inferno, in un’esperienza naturale e antropizzata, spesso nata dal caso, la nuova economia trova in un paesaggio quasi eterno, un disegno urbano possibile per l’architettura strategica del bellissimo e martoriato litorale campano. Le politiche di intervento sistemico nel territorio tra le aree abbandonate o abusivamente occupate, animate da meccanismi di attivazione dei processi di sviluppo, potranno essere da guida agli investimenti per la rigenerazione che dovrà applicare un nuovo modello di governance coinvolgendo insieme e attivamente le amministrazioni, gli imprenditori, le associazioni e i cittadini. Parte di una attività intensa che porta alla riscoperta di questi luoghi è la volontà di riscatto, di mettersi alla prova; tentare un disegno generale e un progetto per il riuso dell'armatura turistica derelitta e abbandonata. Il restauro del paesaggio naturale può essere tra i criteri guida, nonostante l’incuria e l'abbandono dello spazio pubblico. La speculazione edilizia degli anni 60 e 70 si ritrova sotto forma di rovine e ruderi contemporanei, l’incanto di un sito bellissimo dimenticato e abbandonato, acquista l’immediatezza della presenza se si riconosce che il caso studio in oggetto ha carattere di eccezionalità per la Campania e l'Italia.
È necessario ripensare tutto con un valore che duri nel tempo, al quale potremmo anche rinunciare, se non fosse che sviluppare un processo di riutilizzo educativo e sociale si trasforma in un processo di conoscenza della storia che qui trova nuovi momenti di relazione. Ed è solo all’interno di questa idea generale che possono trovare posto vari problemi particolari.
L’intero patrimonio culturale di un territorio si rapporta al progetto come a un racconto che deve permettere ai visitatori di trovare il modo migliore di mettere in relazione i diversi luoghi a partire dalla loro storia naturale e umana.
C’era una volta … è questa l’espressione più appropriata con la quale iniziare un racconto che ci condurrà alla scoperta della storia. Il litorale Domitio e la Costa Sud di Salerno, coste gemelle di un contemporaneo villaggio globale, parlano di una vita trascorsa nel mistero e ogni razza vi aggiunge una stratificazione, immaginando così un dialogo per dar voce ai protagonisti di storie.
Le minime possibilità offerte dall’economia informale tendono a produrre l’illecito e gli spazi appartengono a categorie difficilmente individuabili, mentre un percorso verso la strategia che misura l’impatto delle reti sociali con la creazione di reti professionali promuove scambi di esperienze multiculturali.
Si riveleranno così le località in fermento nei nodi che connettono diversi sistemi di reti e verranno formalizzate prassi che consentono di analizzare, valutare e rendicontare i progressi compiuti in un programma d’azione volto a favorire comunicazione e sensibilizzazione del pubblico in materia di cooperazione e sviluppo.
Il Master Architettura|Ambiente NewItalianBlood lancia la sfida ad amministratori, imprenditori e associazioni per realizzare un Masterplan e progetti turistici coordinati per i 100km di waterfront campani, per creare nuove opportunità economiche e lavorative per le città costiere della Piana del Sele e del Litorale Domizio, un programma sociale e ambientale di rigenerazione dei "Buchi Neri" che occorre costruire dal basso.
La terza edizione Master organizzato dalla Scuola di Architettura Strategica di Salerno continuerà a sviluppare ed elaborare, dal prossimo 8 novembre al 21 aprile 2017, insieme ai 40 giovani progettisti selezionati, una serie di progetti pilota coordinati per costruire lo sviluppo del Distretto Turistico-Culturale Mediterraneo sull’asse Roma-Salerno.