Alchimag Redazione
architect
03.10.14
Next Landmark, progettare il paesaggio
Progettare il paesaggio. Progettare il domani. Inaugura giovedì 2 ottobre allo SpazioFMG per l’Architettura una mostra dedicata ai migliori lavori e progetti che hanno partecipato alla terza edizione di Next Landmark 2014, il concorso internazionale aperto alle nuove generazioni in collaborazione con IUSVE (Istituto Universitario Salesiano Venezia) e Parsons The New For Design di New York.
Riflettere sul futuro, progettare nuovi disegni urbani, rispettare il contesto, valorizzare il progetto.
Il Context premia l’approccio trasversale dei progetti; la capacità di lavorare su più dimensioni: sociale, culturale e ambientale. Saper leggere i segni proprio di un luogo e reinterpretali per dar vita a una tipologia insediativa al tempo stesso inedita e fortemente radicata.
Proprio qui è nascosta la forza la progetto vincitore che porta la firma di un trio di giovani progettisti italiani, Ellevuelle Architetti. La Cassa Esse, impostato a partire da due setti murari paralleli rivestiti in pietra, testimonia la capacità di adattare un paesaggio padano (dominato dai rettilinei dei confini territoriali, dei fossati e dei filari) e trasformarlo in modo nuovo, pur rispettandone la natura.
Progettare in altezza. Sulle scogliere. Un tema affrontato dai messicani Romàn Cordero e Izbeth Katia Mendoza Fragoso: colonizzare le superfici verticali tramite strutture simbiotiche autosufficienti. L’utopia fortemente immaginifica della “città nella scogliera” si appoggia su di uno studio approfondito degli habitat rupestri, umani ed animali. Il loro lavoro è vincitore della categoria ricerca dal titolo ‘Cliff Dwellings’.
Tra i progetti da vedere (e apprezzare, tra i tanti meritevoli), #Alchimag ne ha scelto uno: il lavoro di Carla Della Beffa. Un’artista che fotografa ‘architetture senza make up’: immagini vere, reali, che raccontano l’essenza dei progetti. Le gru, i cantieri, il mondo in costruzione spingono l’occhio a guardare oltre, a spingersi verso un futuro da svelare.
‘Elementi semplici, economici, democratici, presenti in ogni città, costanti e internazionali, ma così piacevolmente famigliari, parti di un arredo urbano effimero in grado di far apprendere le forme che cambieranno l’assetto dei centri abitati.’
(G.L.R.)Pr
Riflettere sul futuro, progettare nuovi disegni urbani, rispettare il contesto, valorizzare il progetto.
Il Context premia l’approccio trasversale dei progetti; la capacità di lavorare su più dimensioni: sociale, culturale e ambientale. Saper leggere i segni proprio di un luogo e reinterpretali per dar vita a una tipologia insediativa al tempo stesso inedita e fortemente radicata.
Proprio qui è nascosta la forza la progetto vincitore che porta la firma di un trio di giovani progettisti italiani, Ellevuelle Architetti. La Cassa Esse, impostato a partire da due setti murari paralleli rivestiti in pietra, testimonia la capacità di adattare un paesaggio padano (dominato dai rettilinei dei confini territoriali, dei fossati e dei filari) e trasformarlo in modo nuovo, pur rispettandone la natura.
Progettare in altezza. Sulle scogliere. Un tema affrontato dai messicani Romàn Cordero e Izbeth Katia Mendoza Fragoso: colonizzare le superfici verticali tramite strutture simbiotiche autosufficienti. L’utopia fortemente immaginifica della “città nella scogliera” si appoggia su di uno studio approfondito degli habitat rupestri, umani ed animali. Il loro lavoro è vincitore della categoria ricerca dal titolo ‘Cliff Dwellings’.
Tra i progetti da vedere (e apprezzare, tra i tanti meritevoli), #Alchimag ne ha scelto uno: il lavoro di Carla Della Beffa. Un’artista che fotografa ‘architetture senza make up’: immagini vere, reali, che raccontano l’essenza dei progetti. Le gru, i cantieri, il mondo in costruzione spingono l’occhio a guardare oltre, a spingersi verso un futuro da svelare.
‘Elementi semplici, economici, democratici, presenti in ogni città, costanti e internazionali, ma così piacevolmente famigliari, parti di un arredo urbano effimero in grado di far apprendere le forme che cambieranno l’assetto dei centri abitati.’
(G.L.R.)Pr