nib.com architecture texts - ARTICLE
Luigi Centola
Architetto
27.04.12
Buco Nero 7 > Abusivismo Paestum
RITORNO ALLA LEGALITA’
L’UNICA SOLUZIONE: ELIMINARE IL CEMENTO E RIQUALIFICARE L’AREA VINCOLATA
Il settimo buco nero in provincia di Salerno è stato scelto per denunciare un’intollerabile eccellenza della Campania.
Ci troviamo a Paestum, nell’area di inedificabilità assoluta istituita dalla legge Zanotti Bianco subito fuori dalla città murata dove, paradossalmente, l’assedio del cemento abusivo è più drammatico e devastante che altrove.
La politica non si è mai voluta occupare del problema, sarebbe bastato un banale censimento sulla base di cartografie e ortofoto disponibili. Chiunque può sovrapporre i preziosi grafici sul consumo di suolo dell’arch. Luca Palladino con la tavola di datazione degli edifici esistenti del prof. Francesco Forte, individuando un migliaio di abusi soltanto nella fascia protetta. Una concentrazione e un affronto senza eguali.
L’unica soluzione possibile non può che essere drastica e incontestabile. Il ripristino della legalità dovrà avvenire su iniziativa privata spontanea o per governance pubblica imposta. A norma di legge, o i privati demoliscono, a loro spese, gli immobili abusivi riunendosi, per esempio in consorzi, per definire piani di riqualificazione integrata di comparti omogenei, oppure è prevista, in tempi brevi, l’acquisizione al patrimonio comunale di terreni e immobili per demolizione o usi sociali. Non ci sono altre possibilità.
La nuova Amministrazione di Capaccio-Paestum dovrà dimostrare volontà, determinazione e un piano strategico lungimirante.
Quale? Per esempio quello che includa:
1- La creazione di un anello verde di rispetto e riqualificazione, che abolisca la strada carrabile a ridosso delle mura ed estenda il parco archeologico incentivando la tutela e attività per sport, tempo libero e turismo;
2- L’abolizione della strada asfaltata e delle aree di parcheggio entro le mura, con l’obbligo di sosta, per tutti, nei grandi parcheggi periferici, realizzati con fondi europei, che giacciono abbandonati e vandalizzati;
3- Il riuso dell’edificio abbandonato della stazione e dei volumi adiacenti per creare un centro visite e un polo integrato per la mobilità sostenibile a supporto dei viaggiatori che scelgono il treno o l’autobus;
4- La riqualificazione paesaggistica della spiaggia, della pineta e la contestuale realizzazione di attrezzature temporanee, smontabili in sostituzione degli stabilimenti balneari esistenti;
5- La rottamazione urbana con la contestuale creazione di spazi pubblici, di aggregazione e sociali nelle zone di massima espansione edilizia e di maggior concentrazione dell’abusivismo.
Chi tra i candidati sindaci sottoscriverebbe le demolizioni e i 5 punti programmatici come base per un indispensabile programma di riqualificazione e rilancio turistico-economico dello straordinario sito Unesco di Paestum? Ovvero, quali le proposte, non soltanto elettorali, verso lo sviluppo sostenibile a partire dal ritorno alla legalità?
In conclusione non è superfluo ribadire l’evidenza. Nonostante l’abusivismo si diffonda a macchia d’olio, in assenza di controlli e nella speranza di un condono (una parola e un significato che esistono solo nel nostro paese e nella lingua italiana), nessuna legge speciale o sanatoria potrà mai essere attesa per le aree di tutela integrale.
A Paestum o altrove, quasi mai nei fondamentali strumenti di governo del territorio, piani regolatori e piani urbanistici comunali, i tecnici incaricati hanno affrontato a viso aperto l’illegalità. Da qui la domanda più generale, fino a quando in Italia gli urbanisti si potranno ancora scegliere senza concorso?
Pubblicato in versione adattata sul Corriere del Mezzogiorno del 27 aprile 2012
L’UNICA SOLUZIONE: ELIMINARE IL CEMENTO E RIQUALIFICARE L’AREA VINCOLATA
Il settimo buco nero in provincia di Salerno è stato scelto per denunciare un’intollerabile eccellenza della Campania.
Ci troviamo a Paestum, nell’area di inedificabilità assoluta istituita dalla legge Zanotti Bianco subito fuori dalla città murata dove, paradossalmente, l’assedio del cemento abusivo è più drammatico e devastante che altrove.
La politica non si è mai voluta occupare del problema, sarebbe bastato un banale censimento sulla base di cartografie e ortofoto disponibili. Chiunque può sovrapporre i preziosi grafici sul consumo di suolo dell’arch. Luca Palladino con la tavola di datazione degli edifici esistenti del prof. Francesco Forte, individuando un migliaio di abusi soltanto nella fascia protetta. Una concentrazione e un affronto senza eguali.
L’unica soluzione possibile non può che essere drastica e incontestabile. Il ripristino della legalità dovrà avvenire su iniziativa privata spontanea o per governance pubblica imposta. A norma di legge, o i privati demoliscono, a loro spese, gli immobili abusivi riunendosi, per esempio in consorzi, per definire piani di riqualificazione integrata di comparti omogenei, oppure è prevista, in tempi brevi, l’acquisizione al patrimonio comunale di terreni e immobili per demolizione o usi sociali. Non ci sono altre possibilità.
La nuova Amministrazione di Capaccio-Paestum dovrà dimostrare volontà, determinazione e un piano strategico lungimirante.
Quale? Per esempio quello che includa:
1- La creazione di un anello verde di rispetto e riqualificazione, che abolisca la strada carrabile a ridosso delle mura ed estenda il parco archeologico incentivando la tutela e attività per sport, tempo libero e turismo;
2- L’abolizione della strada asfaltata e delle aree di parcheggio entro le mura, con l’obbligo di sosta, per tutti, nei grandi parcheggi periferici, realizzati con fondi europei, che giacciono abbandonati e vandalizzati;
3- Il riuso dell’edificio abbandonato della stazione e dei volumi adiacenti per creare un centro visite e un polo integrato per la mobilità sostenibile a supporto dei viaggiatori che scelgono il treno o l’autobus;
4- La riqualificazione paesaggistica della spiaggia, della pineta e la contestuale realizzazione di attrezzature temporanee, smontabili in sostituzione degli stabilimenti balneari esistenti;
5- La rottamazione urbana con la contestuale creazione di spazi pubblici, di aggregazione e sociali nelle zone di massima espansione edilizia e di maggior concentrazione dell’abusivismo.
Chi tra i candidati sindaci sottoscriverebbe le demolizioni e i 5 punti programmatici come base per un indispensabile programma di riqualificazione e rilancio turistico-economico dello straordinario sito Unesco di Paestum? Ovvero, quali le proposte, non soltanto elettorali, verso lo sviluppo sostenibile a partire dal ritorno alla legalità?
In conclusione non è superfluo ribadire l’evidenza. Nonostante l’abusivismo si diffonda a macchia d’olio, in assenza di controlli e nella speranza di un condono (una parola e un significato che esistono solo nel nostro paese e nella lingua italiana), nessuna legge speciale o sanatoria potrà mai essere attesa per le aree di tutela integrale.
A Paestum o altrove, quasi mai nei fondamentali strumenti di governo del territorio, piani regolatori e piani urbanistici comunali, i tecnici incaricati hanno affrontato a viso aperto l’illegalità. Da qui la domanda più generale, fino a quando in Italia gli urbanisti si potranno ancora scegliere senza concorso?
Pubblicato in versione adattata sul Corriere del Mezzogiorno del 27 aprile 2012