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Rem Koolhaas
Architetto e Giornalista
17.01.10
Quando la politica tradisce il gusto
L' ARCHITETTO OLANDESE, PREMIO PRITZKER NEL 2000, RACCONTA DUE ITALIE:
L' EDONISMO ESASPERATO E LA SOBRIETA’ DI UN «VILLAGGIO» COME QUELLO DI BOERI
Il progetto realizzato in 10 mesi alla Maddalena e poi abbandonato per spostare il G8 all' Aquila.
«Non è una storia solamente italiana. Quello che è successo alla Maddalena ha un valore universale, rappresenta il malefico risultato della politica sull' architettura». Rem Koolhaas, l' architetto olandese (Premio Pritzker nel 2000) del Padiglione mutante di Prada a Shanghai, racconta la genesi di questa sua «Storia tra due isole» liberamente ispirata a Charles Dickens e al suo A Tale of Two Cities: «Mi avevano chiesto questo articolo per Domus, poi non hanno voluto più pubblicarlo». Lo stesso Koolhaas precisa però che queste sue riflessioni assumono un significato che va ben al di là delle «semplici» contingenze italiane. Dice: «Certo, ho visto il progetto per il G8, è un bel progetto; ho visto anche la delusione della gente. Ma la morale di questa storia è una sola: come la politica rovina la buona architettura. In ogni parte del mondo». Un appunto, infine, sul destino delle strutture progettate da Stefano Boeri per il G8: dopo qualche meeting bilaterale (Italia-Spagna, Italia-Russia) la loro gestione dovrebbe passare tra poco alla «coppia» Gruppo Marcegaglia-Mita Resort, mentre (questo è già ufficiale) sarà proprio La Maddalena (Casa del Mare compresa) ad ospitare la «Louis Vitton Cup» del 2010.
L' architetto del sorprendente intervento per il G8 alla Maddalena probabilmente non si aspettava che la prima cerimonia pubblica nell' insediamento completato sarebbe stata usata dal suo cliente come una tribuna per dichiarare al mondo che - in tutta la sua vita - non aveva mai pagato una donna per fare sesso.
In effetti, la pur breve storia di questo progetto - in tutto, 20.690 metri quadrati di strutture per conferenze, stampa e ospitalità, costruite nello splendido porto abbandonato dalla Marina Militare Italiana e consegnate a soli 10 mesi dall' inizio dei cantieri - ha visto una corsa testa a testa tra la determinazione dell' architetto nel voler creare un' architettura sobria e contemporanea per la politica e le farsesche manipolazioni della committenza; giunte fino al punto di spostare all' ultimo momento il G8 nell' area di una città, L' Aquila, ancora scossa dal terremoto, dove sarebbe stato però possibile offrire al summit scenari fotografici migliori e più toccanti.
A ben pensarci, insieme con la nuova Acropoli governativa realizzata a Berlino, l' insediamento per il G8 abortito alla Maddalena rappresenta uno dei pochissimi casi, nell' ultimo decennio, di spazi costruiti esplicitamente per la politica.
La politica è, del resto, un' arena insidiosa per l' architettura contemporanea: un campo di applicazione che è stato dapprima screditato dalle pericolose seduzioni dell' architettura stalinista e da quella fascista-mussoliniana e poi quasi cancellato da un quarto di secolo di architettura dettata solo dal libero mercato.
Con tutta probabilità, gli ultimi periodi fiorenti per un' architettura dedicata esplicitamente alla politica risalgono alla Brasilia degli anni 50, o all' esplosione dei nuovi Parlamenti in Africa, durante la stagione post-indipendentista. L' architettura realizzata a Berlino durante gli anni 90 mostra infatti con imbarazzo la fatica di aver creato uno spazio rinunciatario e palesemente non carismatico, che ci offre solamente la rassicurazione di quanto la democrazia possa essere in fin dei conti noiosa.
Anche Boeri ha dovuto lavorare in un Paese - l' Italia - dove l'efficacia visiva e la bellezza vertiginosa delle architetture costruite nei tardi anni 30 dalla «parte sbagliata» della politica, ci ricordano quotidianamente l' ambigua moralità dell' architettura.
Per il G8, Boeri ha dovuto creare alla velocità della luce il palcoscenico per una conferenza concepita da un governatore, Soru e da un primo ministro, Prodi, entrambi di centro-sinistra, ma poi utilizzato da una figura complessa come quella di Berlusconi; al punto che il completamento dei lavori è coinciso con la crisi matrimoniale del Primo ministro e con gli scandali rosa ambientati a Villa Certosa, il feudo privato di Berlusconi in Sardegna che dista meno di 20 Km dal sito del progetto di Boeri alla Maddalena.
Non a caso questo è il «Racconto di Due Isole». E forse di «Due Italie».
Se infatti Villa Certosa, la tenuta di Berlusconi in Sardegna, è un collage vorace ed edonista (esito di un' aggressiva campagna di snaturalizzazione) l' intervento di Boeri alla Maddalena è invece una riaffermazione rigorosa di ordine e disciplina; un «villaggio Potemkin» di pietra, un universo alternativo di sobrietà globale che interpreta intelligentemente la tradizione navale e le caratteristiche naturali del sito, la più notevole delle quali è una sbalorditiva prospettiva sul mare che l' architettura di Boeri sfrutta in tutto il suo splendore.
Amalgamando nuove architetture con spazi e muri preesistenti, il progetto di Boeri utilizza il rigore militare degli antichi edifici dell' Arsenale per sostenere la vacillante democrazia del tempo presente. Il progetto comprende un albergo - con la suite destinata a Obama che offre inquietanti reminescenze dell' ultimo balcone di Martin Luther King - spazi per la ristorazione, un centro per le riunioni dei delegati chirurgicamente inserito tra le arcate preesistenti e infine un centro congressi: un diamante appoggiato a terra che sostiene una grande struttura a sbalzo che si protende nell' acqua in direzione della Sardegna.
Poiché allo stesso tempo è nel mare e del mare, la scatola sospesa di Boeri è pervasa da una luce quasi materiale e tangibile, che avrebbe nello stesso tempo illuminato e scannerizzato l' assemblea dei leader del G8.
L' edificio principale del complesso, dedicato al summit del G8, è in realtà il più piccolo dell' insediamento e ospita una grande sala conferenze sospesa sul Mediterraneo. La si raggiunge salendo un' elegante scala arricchita da un' immagine fotografica del mondo che, in tutta la sua verde bellezza, sembra più un ambiguo promemoria per ricordare ai leader il cumulo di abusi che hanno riversato sulla terra, piuttosto che un' ottimistica affermazione circa le loro possibilità di risolverne i problemi.
L' unico dispositivo realmente retorico di Boeri è un gigantesco ascensore di vetro che avrebbe permesso ai leader di salire tutti insieme dal livello dell' acqua alla sala destinata al summit.
Lavorando a velocità infernali e con il controllo limitato sul cantiere consentito da un progetto «chiavi in mano», il G8 di Boeri è importante tanto per ciò che ottiene (uno spazio sobrio e luminoso, privo di nostalgie) quanto per ciò che evita (cioè di celebrare gli orpelli del potere in un' era che nel potere è incapace di credere). Realizzato con un lessico molto efficace di alluminio, marmo, e vetro nero, avvolto in uno schermo di esagoni di vetro , rappresenta il ritorno, sorprendentemente fresco, della modernità italiana.
La breve, ma drammatica storia di questo progetto - realizzato in 10 mesi e poi abbandonato in favore della discutibile attrattiva di una zona dichiarata disastrata - può essere capita solo se intesa come una fiaba dei nostri tempi. Una fiaba sulla decadenza del fascino dell' architettura in un periodo in cui, come sfondo per le nostre «soap opera» politiche, si preferiscono usare macerie e rovine, piuttosto che l' autentica e intelligente brillantezza del nuovo.
Probabilmente nessuno saprà mai perché il G8 alla Maddalena è stato cancellato, ma forse le limpide ambizioni di Boeri erano troppo impegnative per un cliente che alla fine è stato sufficientemente onesto da capire che di quell' architettura non meritava la trasparenza e che forse nemmeno sarebbe stato in grado di animarla e abitarla.
L' architettura di Boeri è priva di equivoci, non fa niente che non sia necessario. Nata probabilmente dalla combinazione di ragioni pragmatiche (non c' era tempo) e ideologiche (non c' era bisogno) è moderna, efficiente e pervasa di associazioni elusive che risuonano con forza perché non viene mai permesso loro di emergere.
Nonostante la sua eccentrica inaugurazione, merita di essere considerata molto seriamente. Perché la sua prematura «fine» potrebbe diventare un nuovo inizio.
Corriere della Sera, 7 ottobre 2009
L' EDONISMO ESASPERATO E LA SOBRIETA’ DI UN «VILLAGGIO» COME QUELLO DI BOERI
Il progetto realizzato in 10 mesi alla Maddalena e poi abbandonato per spostare il G8 all' Aquila.
«Non è una storia solamente italiana. Quello che è successo alla Maddalena ha un valore universale, rappresenta il malefico risultato della politica sull' architettura». Rem Koolhaas, l' architetto olandese (Premio Pritzker nel 2000) del Padiglione mutante di Prada a Shanghai, racconta la genesi di questa sua «Storia tra due isole» liberamente ispirata a Charles Dickens e al suo A Tale of Two Cities: «Mi avevano chiesto questo articolo per Domus, poi non hanno voluto più pubblicarlo». Lo stesso Koolhaas precisa però che queste sue riflessioni assumono un significato che va ben al di là delle «semplici» contingenze italiane. Dice: «Certo, ho visto il progetto per il G8, è un bel progetto; ho visto anche la delusione della gente. Ma la morale di questa storia è una sola: come la politica rovina la buona architettura. In ogni parte del mondo». Un appunto, infine, sul destino delle strutture progettate da Stefano Boeri per il G8: dopo qualche meeting bilaterale (Italia-Spagna, Italia-Russia) la loro gestione dovrebbe passare tra poco alla «coppia» Gruppo Marcegaglia-Mita Resort, mentre (questo è già ufficiale) sarà proprio La Maddalena (Casa del Mare compresa) ad ospitare la «Louis Vitton Cup» del 2010.
L' architetto del sorprendente intervento per il G8 alla Maddalena probabilmente non si aspettava che la prima cerimonia pubblica nell' insediamento completato sarebbe stata usata dal suo cliente come una tribuna per dichiarare al mondo che - in tutta la sua vita - non aveva mai pagato una donna per fare sesso.
In effetti, la pur breve storia di questo progetto - in tutto, 20.690 metri quadrati di strutture per conferenze, stampa e ospitalità, costruite nello splendido porto abbandonato dalla Marina Militare Italiana e consegnate a soli 10 mesi dall' inizio dei cantieri - ha visto una corsa testa a testa tra la determinazione dell' architetto nel voler creare un' architettura sobria e contemporanea per la politica e le farsesche manipolazioni della committenza; giunte fino al punto di spostare all' ultimo momento il G8 nell' area di una città, L' Aquila, ancora scossa dal terremoto, dove sarebbe stato però possibile offrire al summit scenari fotografici migliori e più toccanti.
A ben pensarci, insieme con la nuova Acropoli governativa realizzata a Berlino, l' insediamento per il G8 abortito alla Maddalena rappresenta uno dei pochissimi casi, nell' ultimo decennio, di spazi costruiti esplicitamente per la politica.
La politica è, del resto, un' arena insidiosa per l' architettura contemporanea: un campo di applicazione che è stato dapprima screditato dalle pericolose seduzioni dell' architettura stalinista e da quella fascista-mussoliniana e poi quasi cancellato da un quarto di secolo di architettura dettata solo dal libero mercato.
Con tutta probabilità, gli ultimi periodi fiorenti per un' architettura dedicata esplicitamente alla politica risalgono alla Brasilia degli anni 50, o all' esplosione dei nuovi Parlamenti in Africa, durante la stagione post-indipendentista. L' architettura realizzata a Berlino durante gli anni 90 mostra infatti con imbarazzo la fatica di aver creato uno spazio rinunciatario e palesemente non carismatico, che ci offre solamente la rassicurazione di quanto la democrazia possa essere in fin dei conti noiosa.
Anche Boeri ha dovuto lavorare in un Paese - l' Italia - dove l'efficacia visiva e la bellezza vertiginosa delle architetture costruite nei tardi anni 30 dalla «parte sbagliata» della politica, ci ricordano quotidianamente l' ambigua moralità dell' architettura.
Per il G8, Boeri ha dovuto creare alla velocità della luce il palcoscenico per una conferenza concepita da un governatore, Soru e da un primo ministro, Prodi, entrambi di centro-sinistra, ma poi utilizzato da una figura complessa come quella di Berlusconi; al punto che il completamento dei lavori è coinciso con la crisi matrimoniale del Primo ministro e con gli scandali rosa ambientati a Villa Certosa, il feudo privato di Berlusconi in Sardegna che dista meno di 20 Km dal sito del progetto di Boeri alla Maddalena.
Non a caso questo è il «Racconto di Due Isole». E forse di «Due Italie».
Se infatti Villa Certosa, la tenuta di Berlusconi in Sardegna, è un collage vorace ed edonista (esito di un' aggressiva campagna di snaturalizzazione) l' intervento di Boeri alla Maddalena è invece una riaffermazione rigorosa di ordine e disciplina; un «villaggio Potemkin» di pietra, un universo alternativo di sobrietà globale che interpreta intelligentemente la tradizione navale e le caratteristiche naturali del sito, la più notevole delle quali è una sbalorditiva prospettiva sul mare che l' architettura di Boeri sfrutta in tutto il suo splendore.
Amalgamando nuove architetture con spazi e muri preesistenti, il progetto di Boeri utilizza il rigore militare degli antichi edifici dell' Arsenale per sostenere la vacillante democrazia del tempo presente. Il progetto comprende un albergo - con la suite destinata a Obama che offre inquietanti reminescenze dell' ultimo balcone di Martin Luther King - spazi per la ristorazione, un centro per le riunioni dei delegati chirurgicamente inserito tra le arcate preesistenti e infine un centro congressi: un diamante appoggiato a terra che sostiene una grande struttura a sbalzo che si protende nell' acqua in direzione della Sardegna.
Poiché allo stesso tempo è nel mare e del mare, la scatola sospesa di Boeri è pervasa da una luce quasi materiale e tangibile, che avrebbe nello stesso tempo illuminato e scannerizzato l' assemblea dei leader del G8.
L' edificio principale del complesso, dedicato al summit del G8, è in realtà il più piccolo dell' insediamento e ospita una grande sala conferenze sospesa sul Mediterraneo. La si raggiunge salendo un' elegante scala arricchita da un' immagine fotografica del mondo che, in tutta la sua verde bellezza, sembra più un ambiguo promemoria per ricordare ai leader il cumulo di abusi che hanno riversato sulla terra, piuttosto che un' ottimistica affermazione circa le loro possibilità di risolverne i problemi.
L' unico dispositivo realmente retorico di Boeri è un gigantesco ascensore di vetro che avrebbe permesso ai leader di salire tutti insieme dal livello dell' acqua alla sala destinata al summit.
Lavorando a velocità infernali e con il controllo limitato sul cantiere consentito da un progetto «chiavi in mano», il G8 di Boeri è importante tanto per ciò che ottiene (uno spazio sobrio e luminoso, privo di nostalgie) quanto per ciò che evita (cioè di celebrare gli orpelli del potere in un' era che nel potere è incapace di credere). Realizzato con un lessico molto efficace di alluminio, marmo, e vetro nero, avvolto in uno schermo di esagoni di vetro , rappresenta il ritorno, sorprendentemente fresco, della modernità italiana.
La breve, ma drammatica storia di questo progetto - realizzato in 10 mesi e poi abbandonato in favore della discutibile attrattiva di una zona dichiarata disastrata - può essere capita solo se intesa come una fiaba dei nostri tempi. Una fiaba sulla decadenza del fascino dell' architettura in un periodo in cui, come sfondo per le nostre «soap opera» politiche, si preferiscono usare macerie e rovine, piuttosto che l' autentica e intelligente brillantezza del nuovo.
Probabilmente nessuno saprà mai perché il G8 alla Maddalena è stato cancellato, ma forse le limpide ambizioni di Boeri erano troppo impegnative per un cliente che alla fine è stato sufficientemente onesto da capire che di quell' architettura non meritava la trasparenza e che forse nemmeno sarebbe stato in grado di animarla e abitarla.
L' architettura di Boeri è priva di equivoci, non fa niente che non sia necessario. Nata probabilmente dalla combinazione di ragioni pragmatiche (non c' era tempo) e ideologiche (non c' era bisogno) è moderna, efficiente e pervasa di associazioni elusive che risuonano con forza perché non viene mai permesso loro di emergere.
Nonostante la sua eccentrica inaugurazione, merita di essere considerata molto seriamente. Perché la sua prematura «fine» potrebbe diventare un nuovo inizio.
Corriere della Sera, 7 ottobre 2009