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La proposta è redatta quale studio di fattibilità in sede di elaborazione del Psc. L’assenza di ipotesi funzionali e quantitative dotate di un sufficiente livello di precisione impedisce di pensare per sintesi addittive, di progettare attraverso la “composizione” di elementi acquisiti. Più plausibile si è ritenuto procedere attraverso tecniche sottrattive che, invece di conformare il pieno, definiscano i vuoti, si dimostrino in grado di lasciare alla negoziazione sui volumi da realizzare maggiori gradi di libertà e, allo stesso tempo, di rinforzare il ruolo dello spazio di relazione nella costruzione del significato urbano. Il progetto intende quindi proporsi come un analogo concettuale di atri parametri vincolistici, come una sorta di algoritmo sottrattivo che opera in successione con le prescrizioni sulle distanze di rispetto, sui distacchi legali, sulle altezze massime, sulle protezioni dai vari inquinamenti...