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Dare forma ad uno spazio, dove si condensano e si esprimono con grande flessibilitá, diverse attivitá pedagogiche, destinate a differenti fasce etarie é di piú di un semplice esercizio architettonico. È una vera sfida a livello sociologico e fenomenologico. Come risposta a questa ambiguitá del programma si é proposto una struttura aperta ad una molteciplitá indefinita di interpretazioni. Attreverso l’eliminanazione degli ostacoli e delle partizioni esistenti e con l’introduzione di piani, che si costituiscono come confini ambigui, si riconfigurano i limiti spaziali, permettendo la continuitá degli spazi; anche se fisicamente separati, sono concettualmente uniti. Lo spazio, libero dalle divisioni imposte da aule e corridoi, si trasforma in un abitat dove la struttura speciale é definita per il suo uso circostanziale. Questo spazio si costituisce come una tela bianca, costruita dall’uso, dalla fruizione di quelli che lo abitano.